Cultura e Spettacolo
20/01/2016
La trilogia della vita di Pier Paolo Pasolini
A quarantun’anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini Castelfranco Emilia presenta due mostre fotografiche che riguardano il backstage dei tre film della trilogia della vita: il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte.
Al Museo Civico in Corso Martiri 204, grazie alla collaborazione tra il comune di Castelfranco, la Pro Loco sempre di Castelfranco, l’archivio Maurizio Baroni, la cineteca di Bologna e il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini è in corso la mostra sulla trilogia della vita aperta fino a fine gennaio. Ad attendermi un emozionato Maurizio Baroni, collezionista da più di cinquant’anni di immagini del cinema e Ilario Salvatori, presidente dell'Associazione Pro Loco, oltre ad Anastasia Maresca del comune di Castelfranco Emilia.
Fieri del risultato iniziano ad illustrare la mostra dedicata a Pasolini, ritenuta particolarmente interessante non solo a livello locale, ma addirittura a livello mondiale in quanto il regista ha girato proprio a Castelfranco Emilia alcune scene del suo ultimo lavoro cinematografico, “Salò”.
Pasolini è stato un artista poliedrico che ha amato in maniera particolare tutto quello che fa tuttora parte del microcosmo italiano, i dialetti, i borghi e ogni tipicità locale trasportando il tutto nelle sue opere presentate in tutto il mondo. L’artista è nato a Bologna dove ha studiato laureandosi in lettere, tutta la sua vita intellettuale e culturale è nata e cresciuta sotto le due torri, oltre allo studio aveva una grande passione per lo sport e fu un fervente tifoso del Bologna F.C.
La mostra è intitolata alla trilogia della vita, nella prima sala all’entrata le pareti sono state rivolte al “Decameron” e a “I racconti di Canterbury”, mentre le altre due sale successive sono dedicate a “Il fiore delle mille e una notte”.
Nella prima sala i visitatori possono trovare i manifesti, le foto di scena, un bellissimo bozzetto originale fatto da Tino Avelli per la realizzazione del manifesto che non fu mai stampato perché non passò la censura. È presente invece il manifesto ufficiale che ebbe comunque difficoltà a causa di un ritratto di una suora troppo vicino a un disegno di un corpo femminile scoperto. Si può osservare la brochure originale con gli appunti dei racconti di Canterbury e l’LP in vinile con la colonna sonora realizzata da Ennio Morricone. Sempre nella prima stanza sono presenti le edizioni originali con le sceneggiature dei film della Garzanti e Cappelli di Bologna, di proprietà
dell’archivio Maurizio Baroni, autografate da Pasolini, che nell’aprile del 1975 durante le riprese del film “Salò” autografò i volumi di Baroni.
Visibile il manifesto di uno dei più grandi cartellonisti italiani, Sandro Simeoni, forse anche il più censurato, tra gli anni sessanta e settanta la censura non scherzava affatto, ma il manifesto esposto in mostra era motivo di orgoglio dell’artista perchè era riuscito ad eludere la censura ispirandosi alle vetrate delle cattedrali francesi nascondendo un rapporto sessuale che solo un occhio molto attento riesce a percepire tra le tante figure disegnate.
Sala 2 e 3
Queste stanze sono dedicate alle foto di Roberto Villa che è stato tre mesi sul set de “Il fiore delle mille e una notte” assieme a Pasolini in Iran e Yemen facendo quattromila scatti in pellicola e non in digitale come sarebbe normale fare oggi.
Maurizio Baroni dice che è stato difficile selezionare solo trenta scatti per la mostra ma assieme a Villa hanno deciso di inserire qualche sequenza intera. Una volta deciso cosa inserire in mostra le immagini sono state pulite e restaurate. Poi il deciso tono di voce si spezza, a dimostrazione del rispetto nei confronti di un’immagine che ritrae Franco Citti, scomparso proprio la sera precedente. Subito ritrova la forza e l’entusiasmo nell’illustrare la sequenza fotografica della terza stanza, quella degli specchi. Questa sequenza nasconde un retroscena particolare: finito di girare in Iran la pellicola subì un danno e quindi lo scenografo Ferretti dovette ripetere la sequenza ricostruendo tutto nei minimi dettagli a Cinecittà. In un’altra sequenza è visibile un attore che prima recita e poi lavora come aiuto macchina da presa, questo la dice lunga sul mondo del cinema di un tempo, forse più umano rispetto a quello odierno.
Tutti e tre i film della trilogia della vita sono a episodi perché Pasolini si ispirò a Boccaccio, sono film magici che possono essere definiti quasi documentaristici per i paesaggi ma anche per la peculiarità della recitazione nei dialetti italiani.
Interviene Ilario Salvatori dicendo che Pasolini non è mai sceso a compromessi, lui è sempre stato quello che era e lo ha mostrato con forza e coraggio senza mai tirarsi indietro. Pasolini nasce scrittore, ma la poesia non dava da vivere e decide di approcciarsi al cinema, che era più redditizio. Per anni ha fatto lo sceneggiatore prima di divenire regista. Il cinema di Pasolini non si può definire un racconto classico, il tutto è reso artisticamente, molte scene sono simili a dipinti e vi sono tanti rimandi alla letteratura italiana e straniera. Salvatori rimarca la grande capacità dell’autore di trasformare il sogno, di renderlo fruibile al pubblico attraverso la finzione che diventa realtà nelle sue opere, come il suo ultimo film “ Salò” che non vide mai proiettato perché venne ucciso prima dell’uscita. Sono visibili in mostra gli scatti fotografici dell’ultima apparizione pubblica italiana di Pasolini, proprio a Castelfranco Emilia.
Due mostre da non perdere per conoscere e non dimenticare Pier Paolo Pasolini, dal 10 al 31 gennaio 2016 a Castelfranco Emilia
MOSTRA "MEMORABILIA E FOTO" fotografie di Miriano Mazzoli sede Pro Loco Castelfranco Emilia
MOSTRA "MEMORABILIA FOTO DAL SET" fotografie di Roberto Villa Museo A.C. Simonini Castelfranco Emilia
APERTURA MOSTRE: martedì e venerdì dalle 10,00 alle 12,00
sabato e domenica dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 19,00
Assieme alle proiezioni delle sue opere presso il Cinema Nuovo di Castelfranco Emilia alle ore 20,30
20 Gennaio 2016 "I RACCONTI DI CANTERBURY"
27 Gennaio 2016 "IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE"
dicembre 2024
EDITORIALE
di: Alberto Bortolotti
Qualche tempo fa è finalmente arrivata la risposta alla domanda "a cosa servono i giornalisti a cosa serve il loro Ordine?". L'hanno data in diretta due voci radiofoniche. Sabato 27 maggio sui 97.3 e 97.6 di Radio International il giornalista Leo Vicari (dipendente dell'azienda) si è... (...segue +)