Agroalimentare
04/08/2014
La difficile situazione dell’agricoltura nei primi sei mesi del 2014
Le Commissioni dei prezzi della Camera di Commercio di Forlì-Cesena rilevano un andamento critico dei prezzi nel primo semestre dell’anno, causa anche l’andamento climatico sfavorevole ed esprimono forti preoccupazioni per il secondo semestre.
In questo particolare e difficile momento per l’agricoltura del territorio, i componenti delle Commissioni Prezzi della Camera di Commercio si sono riuniti alla presenza del Presidente Alberto Zambianchi per verificare l’andamento del settore, confrontandosi sui problemi che stanno interessando il comparto agricolo a livello locale.
Due sono le Commissioni preposte al rilevamento dei prezzi: Commissione prezzi bestiame bovino, suino ed ovino e Commissione prezzi cereali, foraggi, sementi, frutta e ortaggi, che si riuniscono ogni lunedì mattina per le quotazioni dei prodotti. Il coordinamento delle due Commissioni è affidato a Pierfrancesco Cornacchia, che di esse è anche Presidente. Da segnalare che il monitoraggio del comparto avicolo non è compreso nelle competenze camerali, essendo a carico dell’Amministrazione comunale di Forlì, pertanto nell’incontro non è stato trattato l’andamento dell’avicoltura, che, in ogni caso, rappresenta una voce significativa della PLV agricola provinciale.
Nel ringraziare tutti per il qualificato lavoro realizzato e per l’impegno che settimanalmente ogni membro profonde, Zambianchi ha sottolineato l’importanza del ruolo svolto con professionalità, imparzialità e competenza dai commissari, rappresentanti del mondo imprenditoriale organizzato.
Cornacchia ha poi sinteticamente illustrato la situazione nel primo semestre 2014:
- Prima Commissione Zootecnica: per i Bovini, come per gli Ovini (allevamento e macello), si registra un andamento negativo con forte tendenza cedente, sia come numero di capi allevati (relativamente alla consistenza) che come prezzo, ai limiti della marginalità. Riguardo al comparto suinicolo, nonostante in questo primo semestre non vi siano state quotazioni soddisfacenti, il bilancio riesce a non essere negativo, anche grazie ad un sensibile calo delle materie prime, in particolare i mangimi: dopo 8-10 anni in cui il primo semestre era costantemente negativo, finalmente nel 2014 si è verificata un’inversione di tendenza.
- Seconda Commissione dei prezzi agricoli (cereali, frutta, foraggi, sementi, ortaggi, ecc.): comparto cerealicolo (semine autunnali di grano e orzo): in pianura (a Valle della Via Emilia) le produzioni unitarie per ettaro risultano in forte calo, in collina (a monte della Via Emilia) le produzioni sono ancora più scarse, nell’ordine di 20-30 quintali per ettaro con qualità molto scadente. Si aggiunga inoltre che le nuove quotazioni di mercato, rispetto all’annata precedente, sono inferiori di circa il 15%, e ciò è dovuto all’andamento stagionale sfavorevole, dalla semina al raccolto.
Per il settore foraggero, sempre a causa dell’andamento stagionale anomalo (inverno molto mite senza freddo e neve), le graminacee e le erbe infestanti hanno avuto il sopravvento sulla Medica, con conseguente produzione di un primo taglio scadente e relativo prezzo molto basso; si prevede una produzione migliore per il secondo e terzo taglio.
Invece per le semine primaverili (bietole, mais, sorgo), per le colture portaseme (sia trapianto che semina) e le orticole in genere, cipolla, patate, o “da industria” (pomodoro, fagiolino, spinacio), si prospetta un’annata soddisfacente, in quanto a produzione.
Nel comparto frutticolo, a fronte di una produzione generalmente normale, i prezzi di albicocche e ciliegie sono remunerativi, a differenza di pesche e nettarine che purtroppo NON riescono a coprire neppure la metà dei costi di produzione: si consideri, infatti, che tali costi si attestano sui 35/40 centesimi al chilo, mentre il prezzo attuale di realizzo in campagna, per i produttori è di circa 20 centesimi al chilo. Questo stato di cose si ripercuoterà in maniera decisamente negativa su tutto ciò che è a valle, a partire dall’occupazione, e il fenomeno, purtroppo, potrebbe aggravarsi nel futuro.
Per la Vitivinicoltura, la produzione in pianura sarà scarsa e in collina andrà ancora peggio: purtroppo i prezzi del vino (produzione 2013) sono notevolmente inferiori di circa un 30-40%, rispetto alla vendemmia precedente. A tale andamento negativo si aggiungerà l’aumento dei “costi colturali”.
Cornacchia, dopo aver sottolineato la qualificata competenza di tutti i commissari e averli ringraziati per la collaborazione sempre pronta e il senso di responsabilità dimostrato anche nelle situazioni di mercati difficili e sofferenti e in presenza di interessi contrastanti, ha concluso ribadendo che le previsioni di annata agricola 2014 purtroppo NON saranno quelle di bilancio a reddito positivo, anche se persiste la considerazione che il terreno agricolo, - da considerare oramai l’unico “bene rifugio”- continua a mantenere una richiesta interessata.
Tutti i commissari, infine, confermano che il bilancio del primo semestre dell’anno si può considerare negativo, ed esprimono forti preoccupazioni sia per i problemi strutturali che riguardano da tempo le aziende, sia per l’indebitamento con le banche conseguente all’ammodernamento e ristrutturazione degli impianti.
Al termine, nel raccogliere le sollecitazioni dei commissari e le preoccupazioni per la criticità della situazione agricola, il Presidente Zambianchi ha dichiarato:
“Constato le gravi difficoltà di cui risente il comparto agricolo, segnalate dalle Commissioni camerali. Va sottolineato che le anomalie climatiche, causate da un inverno assai mite, si sono ripercosse negativamente sulle colture erbacee. In calo più o meno sostenuto cereali, ortaggi, frutta ed uva, e aggiungo che l’andamento dei prezzi si presenta ancora penalizzante. Note poco positive anche per la zootecnia nel suo complesso. A fronte di tutti questi segnali negativi che connotano un’annata agraria non certo buona, ribadisco l’impegno della Camera di Commercio nel sostenere, presso Enti, Istituzioni e Banche, le necessità specifiche del settore. In particolare alle Banche sarà richiesto di venire incontro agli operatori con tassi agevolati, nella consapevolezza che il mondo agricolo, in frangenti come questi, non può far fronte a tassi superiori al 3%, un mondo agricolo che comunque merita fiducia perché ricopre sempre un ruolo importante nell’economia del territorio e ha capacità, risorse e una storia di affidabilità tali da alimentare prospettive future di crescita”
dicembre 2024
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