Agroalimentare
14/10/2013
San Patrignano: finalmente una famiglia
Alcuni giorni orsono, precisamente sabato 30 novembre, sono stato ospite di un convegno organizzato da ARGA [Associazione Interregionale Giornalisti Agricoltura, Alimentazione, Ambiente - Emilia Romagna - Marche - Toscana - Umbria] di cui ne faccio parte, presso la Comunità di San Patrignano a Coriano di Rimini.
Personalmente, è la seconda volta che visito tale istituzione, poiché fui invitato nei primi anni ’90 da parte dello stesso Vincenzo Muccioli, l’indimenticato fondatore.
L’impatto è stato magnificamente sconvolgente: non ho riconosciuto assolutamente nulla delle vestigie di allora in quanto è una famiglia sotto ogni pensabile aspetto, ed ora “proverò” a spiegarne il perché non solo con fredde statistiche ma con l’amore e la disponibilità che tutti, e per tutti intendo veramente tutti, dall’ultimo accolto per riprendersi la vita nelle proprie mani, all’ambasciatrice della Comunità, Letizia Moratti e Gianmarco Moratti coadiuvati da uno staff operativo di primordine.
Da oltre trent’anni San Patrignano accoglie gratuitamente ragazze e ragazzi con gravi problemi di droga senza fare alcun tipo di discriminazione ideologica, sociale e religiosa, in quanto non accetta rette o contribuiti economici dalle famiglie interessate o dallo stato italiano.
Attualmente i ragazzi accolti in comunità sono circa 1.300.
Dal 1978 ad oggi, San Patrignano ha accolto oltre 20.000 persone offrendo loro una casa, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare o riprenderli da dove erano stati abbandonati; inoltre, di imparare una professione, di cambiare radicalmente la propria vita e rientrare a pieno titolo ed a testa alta in quella società che fino ad allora li considerava reietti e non “degni” di convivere affianco alle “normali” persone.
Nella comunità svolgono attività anche oltre cento operatori volontari e circa trecento tra accoglitori e consulenti dei quali il 32,5% proviene dal percorso di recupero. Sono accolti anche settantacinque bambini, figli di operatori e di ragazzi che scelgono il percorso, numerosi nuclei familiari e trentatre minorenni reduci da problematiche di disagio e consumo di droghe. All’interno della struttura è attivo un centro medico con cinquanta posti letto altamente specializzato nelle malattie legate alla tossicodipendenza, un polo educativo e d’istruzione per i bambini, un centro studi, un teatro, un auditorium e numerose strutture abitative, sportive e ricreative.
Tra gli ospiti accolti ve ne sono alcuni che svolgono il percorso in alternativa al carcere: negli ultimi venticinque anni, la comunità ha sostituito oltre 4.000 anni di pene detentive con programmi riabilitativi orientati al pieno recupero ed al reinserimento sociale e professionale.
La formazione professionale è una tappa fondamentale ed indispensabile del percorso educativo.
Nei diversi e molteplici settori e laboratori attivi e tecnologicamente attrezzati, indistintamente tutti i ragazzi accolti hanno la possibilità di esprimere le loro potenzialità, qualità ed aspirazioni, sotto l’attenta guida di maestri e professionisti del settore. Grazie alle numerose attività svolte all’interno ed all’esterno di San Patrignano, terminato il programma educativo i ragazzi possono confrontarsi con quel mondo da cui sono “usciti” sconfitti e che tornano da uomini liberi e responsabili per reinserirsi a pieno titolo nella società.
Dal 1989 al 2012, grazie ai centri di formazione della comunità, sono stati assegnati 486 qualifiche professionali e ben 1.267 attestati di frequenza. In effetti, sono numerosi le ragazze ed i ragazzi che hanno abbandonato gli studi a causa della tossicodipendenza, per cui in una struttura dedicata è possibile colmare le proprie mancanze o intrapprendere un nuovo percorso scolastico ed acquisire un diploma o una qualifica professionale.
La comunità s’impegna da anni attivamente e con decisione, anche nel campo della prevenzione della tossicodipendenza, attraverso iniziative strutturate sul territorio. Dal 2002 al 2005 San Patrignano ha ideato e realizzato, in collaborazione con importanti realtà no-profit, le campagne nazionali antidroga per conto della Presidenza del Consiglio. Attualmente organizza, in collaborazione con istituti scolastici di tutta Italia, un tour di incontri-spettacoli “peer to peer” basati sulla testimonianza di ragazzi che sono usciti dalla tossicodipendenza, coinvolgendo 180.000 ragazzi in oltre 265 tappe sull’intero territorio nazionale.
Secondo approndite e specifiche ricerche sociologiche e tossicologiche svolte dalle università di Bologna, Urbino e Pavia su “campioni” di ex ospiti della comunità, la percentuale di persone totalmente recuperate dopo aver completato il percorso a San Patrignano, superano il 72%.
I fondi necessari al mantenimento dei ragazzi e delle strutture derivano, in parte, dalle attività e dei beni e servizi prodotti secondo il principio dell’autogestione e, per il restante fabbisogno, da donazioni e contributi di privati.
Ogni anno San Patrignano riceve centinaia di persone provenienti da decine di paesi del mondo.
Dal 1997 la comunità, essendo “Organizzazione Non Governativa”, è riconosciuta dalle Nazioni Unite con “Stato consultivo in materia di droghe e di problematiche sociali”.
Il comparto agro-alimentare
All’interno dei 240 ha che costituiscono l’estensione della comunità, come già accennato, si sviluppano varie attività gestite e condotte esclusivamente dagli stessi ragazzi coadiuvati da abili assistenti anch’essi a loro volta accolti tanti anni fa. Le attività sono principalmente indirizzate verso il comparto agro-alimentare i cui prodotti latteari e caseari, allevamenti bovini, da cortile, suini e ovi-caprini, oleari, coltivazione orticola biologica, miele, panificazione e viticoltura, sono tutti eccellenti ed unici, di grande prestigio ed elevate qualità.
La filiera agro-alimentare di San Patrignano si basa su due attività sviluppatesi in parallelo fino dalla nascita della comunità: viticoltura e vinificazione, allevamenti bovini ed ovini da latte. Tali specifici settori, sono stati i primi centri di formazione professionale in cui sono stati impegnati i ragazzi che portano avanti il percorso di recupero in comunità. L’apprendimento di un mestiere è per loro indispensabile al fine di un proficuo reinserimento sociale al termine del percorso di recupero dalla droga.
Nel corso degli anni, grazie ad esperienze, competenze acquisite ed all’apporto di specifiche professionali del settore, i vini ed i formaggi, prodotti inizialmente per l’autoconsumo, sono diventati eccellenze enogastronomiche conosciute ed apprezzate non solo nel territorio nazionale, ma in tutto il mondo, si sono aggiudicati prestigiosi riconoscimenti.
Successivamente, San Patrignano ha sviluppato un allevamento di suini, caratterizzato dal recupero e selezione della razza autoctona del territorio, la “mora romagnola”, finalizzato alla produzione di insaccati di alta qualità, genuinità e tipicità. Inoltre, in questi ultimi anni ha preso vita il comparto oleico per la produzione di olio d’oliva extravergine sia da olivi delle colline riminesi che a Cecina, nel livornese, dove San Patrignano possiede un oliveto di dodici ettari altamente selezionato e specializzato.
A seguito della notevole produzione enogastronomica, San Patrignano ha pensato di fornire una formazione professionale ai suoi ragazzi nel settore della ristorazione per cui è nata la pizzeria “O’Malomm”, dove le pizze sono preparate con lievito madre ed i prodotti a km zero della comunità che per le tavole del “Ristorate Vite.”
È stata un’esperienza meravigliosa ed unica vedere e “toccare con mano” un’operosità e disponibilità senza fine donate con gioia e piacere per contraccambiare quando, al momento di essere accolti, queste povere creature perse in se stessi ed in un mondo da cui tentavano ma senza riuscirci, di scappare, avevano a loro volta ricevuto.
Per tutti, indistintamente, San Patrignano è la FAMIGLIA che ha saputo accoglierli, accettarli ed aiutarli con l’affetto che solo una famiglia può dare senza chiedere nulla in cambio: se non è amore tutto ciò, perdonatemi ma allora qualcosa di estremamente importante e profondo è sfuggito a tutti noi …
ottobre 2024
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di: Alberto Bortolotti
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