Pubblicità

 

 

 

 

Formazione

10/02/2016

VERSO UN MODELLO PSICOECONOMICO INTEGRALE, cioè SOGGETTIVITÀ E DEMOCRAZIA,


Molte cose stanno avvenendo nel passaggio in corso dalla società dei guerrieri a quella delle connessioni. Questo passaggio è lento e per comprenderlo spesso noi non abbiamo la pazienza di pensarci sopra. E ci resta costantemente misterioso.E’ vero che imparare la sua logica richiede, come ogni apprendimento, una forte capacità di affrontare il mistero. Ma è altrettanto vero che oramai siamo arrivati ad un punto in cui il passaggio è troppo avanzato per far finta di niente e perciò conoscerne la natura e gli orientamenti della nostra futura società è diventato indispensabile per evitare un rallentamento, se non addirittura un arresto dello sviluppo dei soggetti, individuali, gruppali  o collettivi. E’ noto infatti che il futuro non lo si prevede, ma lo si progetta. Si aggiunga che, se si parte con l’imparare una determinata logica, la rappresentazione e la misura del passaggio dalla guerra alla pace diventano molto più  facili. Specie se alcuni concetti vengono operativamente denominati sulla base di convenzioni di tipo negoziale ed espressivo e non di tipo ideologico e repressivo. Il  171° numero di Psicologia e Lavoro è dedicato a questo problema: come iniziare a costruire un modello di cambiamento culturale e sociale, facile da comprendere, rappresentare e misurare. In poche parole dobbiamo cambiare il modo di cambiare. Iniziare per proseguire l’esplorazione di un modello definibile come “integrale”.
Iniziamo col ricordare che la cultura bellica era ed è basata sulla conquista della terra e sulla gestione delle risorse esistenti o producibili. Queste risorse venivano considerate scarse. Quindi l’economia studiava le risorse scarse e le necessità ed i bisogni umanl.  La prima grande necessità umana era ed è la fame e l’alimentazione ne è la risorsa esistente o producibile, in ogni modo scarsa. Ciò ha provocato l’avvento della società agricola che ha seguito la società dei cacciatori e  dei raccoglitori che veniva prima di quella dei guerrieri e che non conosceva la guerra, come alcuni ritrovamenti archeologici hanno mostrato a Creta, Malta, Sardegna ecc. La guerra nasce come conquista della terra, realizzata da eserciti con migliaia di uomini che la conquistavano scacciando o uccidendo tutti quelli che la abitavano prima di lei, difendendola poi contro gli altri che volevano conquistarla, più o meno con gli stessi metodi.  Questa epoca è durata circa seimila anni sempre seguendo la logica di chi ci veniva dopo e mandava via quelli che erano già lì prima. La terra per mangiare, abitare, costruire case e città, aiutarsi ed appartenere. Un modello terriero quindi che, partendo dalla scarsità di cibo, decideva chi poteva sopravvivere e chi no. E decideva anche a chi poteva concedere con le armi  la sopravvivenza. Gli altri morivano. Ciò è durato sino alla “guerra civile europea .  (1914 – 1945).
Però da qualche decennio il clima sta cambiando perché la guerra è diventata totale e rischia l’estinzione della razza umana e poi perché con la guerra non si risolvono più i conflitti. Nuove energie e nuove religioni hanno reso meno efficaci le guerre. Nuovi bisogni e nuovi desideri hanno scoperto modalità più semplici di produrre e distribuire ricchezze. La guerra è diventata troppo costosa anche per i vincitori. Non sembra ancora, ma così è.


Oggi si sta realizzando la società delle connessioni nelle loro tre varietà di relazioni (tra persone), associazioni (tra idee) e pressioni (tra poteri). Le relazioni sono sempre meno composte da carisma, ideologia e sempre più composte da negoziato. Le associazioni tra idee sempre meno prodotte da aldilà e trascendenze e sempre più da aldiquà ed immanenze, cioè figure, suoni, linguaggi. Inoltre le pressioni od impressioni sono sempre meno prodotte da repressioni e sempre più da espressioni, seguendo una definizione di benessere, inteso come “la possibilità e la capacità di esprimere ed esprimersi”. Questa espressone si riferisce all’ambiente, al di fuori ed al di dentro del singolo soggetto. L’ambiente si è articolato per lo meno su cinque dimensioni: alto-basso, destra-sinistra, avanti-dietro, dentro-fuori, passato-futuro. La pressione si è declinata in assenso, dissenso e consenso.


Molte nuove idee e verità si sono fatte strada. Capire è diventato più importante di sapere e sapere più importante di imparare. L’economia, che ha sviluppato il problema della garanzia da dare al denaro e che ha agganciato questo denaro al potere del sovrano, mediante un metallo prezioso (prima argento e poi oro) che dava la garanzia del denaro alla sovranità monarchico-politeistica o aristocratica, sta esaurendo la sua funzione di garanzia per le risorse scarse e materiali. Una nuova economia a fondamento psichico sta sorgendo e sta preparando una funzione di garanzia democratica garantita dal dissenso-consenso. per essere sostituita dalla psicologia che permette la garanzia da dare alle risorse abbondanti ed immateriali ad origine democratico-politeista. Nuove associazioni di idee, come quelle tra futuro, gruppo e bellezza stanno prendendo piede. Individuo, gruppo, organizzazione, lavoro, denaro, tempo, scuola, sanità, abitazione, appartenenza, benessere, ecc. sono sempre di più degli stati d‘animo che cognizioni, sommerse dal confronto tra liquidità ed immobilità del flusso del denaro. Il benessere deriva dalla velocità con cui i consumi vengono effettuati. Anche se non è il solo suo fattore di cambiamento, la lentezza dei consumi sta trasformando profondamente la natura stessa del lavoro. La sua funzione di creatore di ricchezza e benessere si è molto modificata. Si può dire che il gioco della finanza che ha rallentato la liquidità ed i consumi ha diminuito l’importanza del capitale rispetto al lavoro, che inaspettatamente si presenta con maggiore forza all’origine di una nuova finanza, oramai giunta alla fine dell’età monetaristica e proposta già come nuova era dell’immateriale.


Il lavoro si sta candidando come la principale sorgente di benessere soggettivo e diffuso sia come condizione umana produttiva, che come sorgente di consumo. Il lavoro permette di descrivere e misurare in termini immateriali il gruppo, l’organizzazione, la scarsità, l’abbondanza, ed anche la stessa  moneta. Appare persino possibile immaginare una futura moneta non garantita dall’argento o dall’oro, ma dal lavoro, che permetta uno scambio più rapido e anche più efficace per la produzione e diffusione del benessere. Ciò vuol dire che in futuro la fame, il linguaggio, i desideri ed i bisogni, e un certo  numero di fattori immateriali potranno stare all’origine delle nuove unità di scambio e quindi come sorgenti del valore. Altre origini potranno essere la casa ed il tetto, la salute, l’apprendimento e la scuola, l’appartenenza e la cittadinanza, compreso il diritto soggettivo ed individuale di battere moneta. Su queste basi si sta costruendo una nuova cittadinanza.


Aristocrazia e democrazia si contenderanno la sovranità, ma non seguiranno più la concezione monoteistica con cui oggi viene battuta la moneta senza una ripartizione non controllata della liquidità. Il benessere e la ricchezza, sia nella produzione che nella diffusione richiedono una garanzia a monte della  moneta e del denaro. Si potrebbero studiare unità temporali di lavoro da usare come moneta locale a garanzia di un minimo sufficiente di circolante per una sopravvivenza. Di conseguenza una zona di sopravvivenza con un reddito minimo di sopravvivenza, un massimo ed un minimo. Affiancando a questa zona di sopravvivenza, un doppio ciclo di età, prima e dopo un’età base (mobile eventualmente). Ponendo per es. i 55 anni come fine di un primo ciclo di lavoro, ed un inizio del secondo, si potrebbe studiare un secondo ciclo lavorativo nel quale incanalare la liquidità di sopravivenza (cioè la liquidità di sopravvivenza o reddito minimo garantito. In questa liquidità andrebbe fatta fluire anche quella liquidità sostitutiva del pensionamento garantito dallo stato (che garantirebbe però solo una prima parte, essendo il resto da garantire privatamente), il sussidio di disoccupazione (che d‘altronde sarebbe pari alla moneta locale o di sopravvivenza o franca), ed i servizi connessi con la cittadinanza (salute, scuola, abitazione, ecc.)
Lo scambio economico non andrebbe effettuato solo tra risorse  materiali, ma potrebbe progressivamente estendersi alle risorse immateriali (motivaziione, abitazione, stato di salute, ecc,). La creazione di scarsificatori (ideologie, fiscalità, repressione) e di moltiplicatori (denaro, premi sociali, espressione) andrebbe incentivata e sottoposta a verifica di efficienza ogni anno. Il denaro ed il valore, la moneta ed il sovrano, l’equilibrio tra riparto conservazione del valore ed utilità benestante va continuamente testata.


Il valore di qualunque nuova moneta , specie se basata su una unità di lavoro, non deve essere agganciata alla moneta ufficiale (es. €, $, ecc.). Il metallo prezioso, che ha costituito la garanzia del valore del denaro sinora non del tutto sostituito dal sovrano, dallo stato o dal governo, va oggi sostituito dal lavoro prezioso perché produttore di benessere diffuso e quindi garantito dal consenso mediante una misura di variabili immateriali ed un’invenzione del tempo. Ciò richiederà una riforma del calendario, una verifica del rapporto tra tempo ed età sperimentato, una forza di gravità misurabile soggettivamente (minore nella luna od in alta quota o a bassa pressione atmosferica?) Occorre cominciare a studiare la relazione tra pressione atmosferica e forza di gravità. Ed anche gli andamenti, sinora poco noti, della pressione subacquea ad alta pressione di gravità. Occorre conoscere il rapporto che esiste tra pressione atmosferica e tempo e età biologica e psichica. In modo da poter agire sia sulla forza di gravità (es. volo verticale) che sulla misura del tempo soggettivamente variabile. (es.età).
Occorre studiare meglio la produzione e la distribuzione della ricchezza, non solo come dinamica tra capitale e lavoro.  Perciò il denaro come distributore di benessere e come conservatore di valore, deve avere origini basate sul lavoro che oggi viene compresso e messo nell’impossibilità di garantire il valore del denaro ed il valore necessario ai cittadini. La bassa velocità di circolazione del denaro porta ad una bassa liquidità ed ad un sottosviluppo. L’apparente vittoria del capitale, così decantata da molti ed assegnata come successo del mondo privato sul pubblico, dimostra che si è superato il limite di sicurezza oltre cui non ci si sviluppa più. Ciò porta alla stasi della liquidità ed impedisce la creazione del nuovo lavoro inserendo tutta l’Europa nella spirale del sotto sviluppo. Il prevalere del lavoro come sorgente di benessere, le future unità di benessere, l’ancoraggio maggiore al lavoro e alla sua capacità di produrre e diffondere benessere porteranno a delle “unità-lavoro” come a un futuro denaro possibile che fonderà il suo valore sulla capacità di questo denaro/lavoro possibile di produrre ricchezza, benessere e bellessere..


 PREVISIONI E PROGETTI NEI SEGUENTI SETTORI:
a) Partire con piccole azioni esemplari che permettano un aumento di fiducia e di partecipazione. L’assenteismo elettorale rappresenta un calo di motivazione pericolosissimo sulla motivazione lavorativa. E discende a cascata in tutte le funzioni espressive umane. Ciò andrebbe trattato con piccole iniziative e premi capaci di aumentare il coinvolgimento (es. non usare l’inglese, migliorare la segnaletica nei luoghi comuni, diminuire le incentivazioni repressive e punitive e costituire dei premi non monetari, locali e cittadini, creare punti espressivi e di scambio di opinione, ecc,)


b) Un doppio mercato di lavoro può raddoppiare le vie di espressione ed aumentare le possibilità di benessere. il doppio ciclo di vita e di apprendimento, il reddito di sopravvivenza con manifestazioni che ne spieghino la finalità e le sostituzioni con servizi che questo reddito permetterà. Nonostante le difficoltà, occorre tentare di impedire la rottamazione di energie che oggi sono disponibili e che consentirebbero un miglioramento di benessere soggettivo e diffuso.


c) Studiare l’alimentazione ed i vantaggi/svantaggi dell’alimentazione ottimale nello sviluppo e nel benessere della società italiana. In effetti non c’è solo fame di pane e di vino, ma anche di  oggetti d’amore e di programmazione, di condizioni fisiche e di stati d’animo psichici legati all’alimentazione, oltre che a molti altri progetti d’amore. Né va dimenticato il versante oggettivo di ogni genere di fame, tuttora presente naturalmente nel nostro Paese; fame di cibo, di informazione, di conoscenza, di fede e di fiducia, di compagnia e di clima in cui e di cui si vive.


d) La bontà non ci basta più. Abbiamo bisogno di bellezza, cioè di dimensioni temporali più lunghe. Infatti la speranza di benessere è già benessere: tentare di aumentare l’importanza dell’orizzonte temporale e delle modalità per allungarlo è lo scopo centrale di ogni politica di sviluppo soggettivo e diffuso. Il futuro che compone l’orizzonte temporale è composto soprattutto da: gruppo, futuro e bellezza. Più aumenta la dimensione temporale e più si capisce la condizione di vita in cui si vive.  Conseguentemente si riesce a progettarla ed a esprimerci con tempi nostri , invece di essere continuamente repressi da strettoie temporali altrui.


e) Occorre dare la precedenza agli orizzonti temporali più basilari: salute, casa, scuola, lavoro, denaro ed appartenenza. Stimolare il sistema sanitario italiano che è uno dei migliori del mondo e che richiede, per non bloccarsi, un forte intervento sulla motivazione e sull’autonomia del mondo medico e farmaceutico. La fiducia e la reciproca convenienza dovrebbero fare il resto.


f) La casa e la politica della casa, per i giovani e per gli anziani, risanando le situazioni deficitarie da abbandono, e progettando un servizio casa per il doppio mercato di sopravvivenza vanno riprogettate, seguendo l’idea di bellessere o benessere futuro soggettivo e diffuso.


g) La scuola e l’università vanno seguite con i suoi quattro protagonisti, studenti, docenti, personale non docente ed utenti, puntando molto sulle variabili  immateriali come prestigio, docenti, appartenenze, senso di appropriazione, partecipazione, aspettative,  lavoro di gruppo dei quattro protagonisti, e feed back  alle realizzazioni da imitare dalla esperienza di altri paesi  più avanzati del nostro in questo campo. ecc,


h) una moneta franca, un reddito minimo garantito di sopravvivenza, dei massimi e dei minimi salariali, una spendibilità limitata nei massimi e nei minimi, con date di validità monetaria sperimentabili non devono essere considerati ei toccasana, ma dei necessari tentativi di sostituire con una logica dei piccoli passi, quello che oggi non va con qualcosa che sia maggiormente  capace  di aumentare e migliorare il benessere soggettivo e diffuso, cioè il bellessere.


i) aumentare lo spazio di garanzia data in massima parte tramite servizi prestati gratuitamente nella zona di sopravvivenza e che sostituiranno gradualmente jl reddito minimo garantito del secondo mercato del lavoro. Questo va integrato con una riforma del sistema assicurativo e con la maggiore importanza da dare alle variabili immateriali su cui il sistema assicurativo è basato.


l) raffigurare un tempo nostro (non libero!) che costituisca una parte positiva ed attiva e non solo passiva e residuale del nostro tempo privato, intendendo il cosiddetto tempo libero e privato come tempo nostro e non altrui, che in effetti consenta a ogni soggetto di gestirsi una frontiera flessibile tra il nostro tempo e l’altrui, tra il piacere ed il dovere, tra il bello ed il buono, tra il tempo scoperto e l’nventato. Questa frontiera potrebbe servire  come sorgente del livello ottimale del dis vertimento o s-vago o base della efficace ricerca di benessere e bellessere.


Psicologia e lavoro tenterà nei prossimi numeri di trattare questi temi di quello che può essere definito come un rilancio del fattore lavoro per lo sviluppo della società italiana. E’ importante che la classe politica prenda in considerazione queste proposte qui abbozzate. della nostra rivista che, insieme a tante altre progettazioni tentino di cambiare la situazione di sottosviluppo in cui l’Italia rischia di andare, non ostante le potenzialità spesso nascoste che essa possiede. In poche parole se occorre cambiare il modo di cambiare, facciamolo seriamente e non solo per impedire agli altri di intervenire.


Quando le risorse di tipo economico-monetario scarseggiano o vengono intenzionalmente scarsificate, quando i desideri vengono annacquati e sembrano candele consumate, sempre sul punto di spegnersi, quando ci sembra che la notti siano più lunghe dei giorni, e le strade sempre più strette per passarci, quando si parla ammortizzatori e non di vivificatori, ed ogni proposta viene rigettata, quando è facile zittire gli altri e noi stessi non riusciamo più  parlare, allora è il momento di lasciare le proposte materiali, facili da distruggere e di fare appello alle risorse immateriali, inattese e quindi meno distruttibili e come aiuto non programmato. Perché di queste noi ne abbiamo abbondanza e quindi  migliore e maggiore disponibilità. Ne abbiamo però minore e peggiore conoscenza e pratica perchè oggi in Italia sono poco conosciute e poco praticate. Esse però sono molto apprendibili. Per far questo ci vuole tempo, perché sul mondo delle mentalità e delle risorse psichiche esistono molte ipoteche e pregiudizi, Occorre per ogni loro uso un adeguato metodo e tempo di formazione ed apprendimento. Non si cambia facilmente un clima, una motivazione od una mentalità. In ogni caso occorre partire per potere arrivare.  Ed occorrono oggetti d’amore precisi e credibili. La  credibilità è l’effetto più utile quando si agisce mediante risorse immateriali. Perciò buon lavoro, e diciamoci che il lavoro che esiste adesso è piuttosto insufficiente o meglio inadeguato. Dobbiamo inventarci quindi il lavoro che verrà. Che inventerà anche il denaro che lo retribuirà ed il benessere / bellessere che produrrà. Seguirà anche il bellessere che ci svilupperà con relazioni di gruppo e possibilità di un comune futuro.

 

 

 

ottobre 2024


EDITORIALE

di: Alberto Bortolotti

Qualche tempo fa è finalmente arrivata la risposta alla domanda "a cosa servono i giornalisti a cosa serve il loro Ordine?". L'hanno data in diretta due voci radiofoniche. Sabato 27 maggio sui 97.3 e 97.6 di Radio International il giornalista Leo Vicari (dipendente dell'azienda) si è... (...segue +)

Focus

Lavoro

Il sopra e il sotto

Anche il 2014 si chiuderà in negativo Un altro anno no...

...leggi »

Rododentro

La professione del giornalista è cambiata

“Sempre meglio che lavorare”… Era questo il titolo di un...

...leggi »

Pubblicisti

LETTERA GIPU N. 32/N. 21 (Consigliatura 2013-2016) AI GIORNALISTI PUBBLICISTI DELL’EMILIA-ROMAGNA

NUOVO REGOLAMENTO PER LA FORMAZIONE...

...leggi »

Scienza

La soluzione per una diagnosi precoce e sicura del tumore al seno si studia a Sasso Marconi

...

...leggi »

Sport e auto

Presentati il Cefal United

Anche per questa stagione il Cefal United disputerà il campionato e la...

...leggi »

SPONSOR

PARTNER

LINK