Formazione
26/06/2013
Non c’é gruppo senza futuro, nè futuro senza gruppo
Presentazione n° 165 Psicologia e Lavoro
Questo 165° numero di Psicologia e Lavoro è dedicato ad una declinazione dell’idea di gruppo che da tanti anni sta al centro dell’analisi psicologica, anzi psichica, della condizione lavorativa. Questa declinazione ci ha portato in campi di ricerca, spesso oscillanti e lontanti
tra di loro. Abbiamo avuto momenti in alto ed in basso sul passaggio dalla cultura di coppia imperante o come la definì Michel Foucault, “egémone” e la cultura emergente, quella di gruppo. La cultura egémone di coppia si sta lentamente, ma inesorabilmente e spesso inaspettatamente trasformando in una corrispondente cultura egemone di gruppo. Una cultura plurale che tenta di diventare singolare. Quindi una tipica contraddizione. Un ossimoro inaspettato.
Il gruppo, politeistico per sua natura, propone un suo monoteismo di comodo. Ma come? obbiettano i fautori dell’egemonia del duale, voi
che avete sostenuto che plurale è bello in sé e quindi da non riunificare, volete monopolizzare tutto e fare del gruppo il nuovo concetto-base
unificante? Questa contraddizione, che MaoTseTung definì come la “contraddizione principale” esistente nelle relazioni interumane, è quella che esiste tra coppia e gruppo, quella che si chiama l’interfaccia A). In questa interfaccia tra due livelli di funzionamento sociale (coppia/
gruppo) che si contendono l’egemonia, nasce l’idea di “piccolo” gruppo e la nuova pseudoideologia “gruppale”.
Qui, sempre tentando di sviluppare un’idea di piccolo ma plurale, istantaneo ma perdurante nel tempo, è stata creata l’idea di comitato, piccolo gruppo, team, che ha dato vita al grande esperimento umano “sovietico” (soviet vuol dire comitato in russo) che è stato senza successo alla ricerca di una specie di religione gruppale, od anche di una posizione “laica” antireligiosa con una serie di proposte anti-gruppali
o dis-gruppali. Questa contraddizione, che possiamo definire come la contraddizione sovietica è molto presente in tutte le ricerche e gli interventi di psicosociologia sociale. Essa è ancora abbastanza indicativa delle difficoltà che il passaggio dalla coppia al gruppo pone.
Senza arrivare a un’ideologia di gruppo, la possibilità di avere un ruolo intermedio tra piccolo e grande gruppo, si presenta ancora allo studioso di comportamenti plurali come una possibile uscita dal conflitto tra coppia e piccolo gruppo e, succesivamente tra piccolo e grande gruppo. Questo 165° numero di Psicologia e Lavoro comprende diversi aspetti della contraddizione coppia/grupppo con la creazione di diversi tipi di piccoli gruppi. Questi piccoli gruppi affrontano poi quell’altra successiva contraddizione, che è anche differenziazione, cioè la trasformazione della contraddizione in conflitto. Da questo punto di vista ci troviamo spesso ad affrontare contraddizioni permanenti in tutto
o in parte in situazione inconscia. Qui una varietà di gruppi permette di intervenire dove non era possibile nessun esercizio di potere se
non a livello di coppia. Dal Team building o creazione di specifici gruppi di lavoro, in cui la pluralità dei piccoli gruppi permette di costruire
dei grandi gruppi o gruppi di gruppi, si arriva sino al Team coaching e al Playback theater ed al discorso sulla leadership singolare o plurale, differenziata od a team.
Il tema è oggi molto interessante ed il n°165 di Psicologia e Lavoro ne offre un campione utile per i “tifosi” dei gruppi, qualunque essi siano e per qualunque bandiera si battano. Concludono questo piccolo campione di testimonianze gli appunti e gli spunti sulle leadership, con il discorso sull’istituzione e sull’interfunzionalità che permette di analizzare le diverse facce delle leadership. L’istituzione è il campo di gioco dove coppie, piccoli e grandi gruppi si relazionano tra loro con diversa intenzione e diverso successo. E ciascun gruppo inventa momento per momento una diversa idea d’intenzione e di successo. Dalla leadership unificante del piccolo gruppo a quella differenziante, cioè tendente a produrre pluralità, i seguaci del piccolo gruppo e quelli del grande gruppo si inciontrano/scontrano, a diversi livelli di coscienza, in quella che viene chiamata interfaccia B. Conviene a questo punto dare un’occhiata all’indice di questo 165° numero e cominciarme attentamente la lettura.
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