Turismo
30/05/2017
Bologna la Rossa Bologna la Verde
Rossa come i colori delle case, dei portici e dei tetti, verde come gli spazi inaspettati all’interno delle sue mura antiche.
E per scoprire questi incantevoli spazi verdi, anche quest'anno, 2017, il felice appuntamento di mezza primavera, con visita dei giardini bolognesi. Dal 19 al 21 maggio si è tenuta la quarta edizione Diverdeinverde , manifestazione della fondazione Villa Ghigi, che ha permesso l'apertura di 48 giardini della città e della collina.
Bellissimo è stato vedere gruppi di persone nell’assolato weekend che, cartine alla mano, studiavano le coordinate per trovare agli indirizzi indicati, giardini inaspettati e insospettabili, impegnati in una divertente “caccia al Tesoro Verde”. Nei cortili di case popolari o nobiliari, del centro storico di Bologna, si nascondono angoli di verde dalle caratteristiche più disparate unite dal desiderio di chi le ha realizzate, anche nei secoli passati, di avere un angolo di ristoro. Ritemprarsi nel cortile di casa a contatto della natura, seppur addomesticata, o coltivare preziosi ortaggi o espressione di fasti di potere, sono infatti i grandi denominatori motivanti, anche se quello unico è che “il Verde vince sempre”.
Il giardino più suggestivo, aperto per l'avvenimento, è stato senz'altro gli Orti di Orfeo, in via della Braina, tra Santo Stefano e Rialto. Difficile descrivere la meravigliosa sensazione di poetica quiete che ti prende fin da subito. È un angolo di campagna ottocentesca, una vera Corte Agricola interna inserita in città. Se si pensa che qualche anno fa volevano distruggerlo per realizzare parcheggi pur sotterranei viene la pelle d'oca. In mezzo a cavoli e carciofi, fichi, ciliegi e pergole di vite non si vede nemmeno un oca o una gallina, come era di usanza un tempo, ma panchine, semplici ed antiche, per godersi l’ombra di alberi e pergolati. E lì ti dimentichi che siamo in piena città.
Gli orti di Orfeo, sono uno degli ultimi esempi di coltivazione ortiva di origine conventuale nel centro di Bologna. La presenza è documentata fin dalla metà del seicento quando l'antico oratorio di Ognissanti su via della Braina, fu trasformato in chiesa e le case vicine, sede di congregazione religiosa. Nel secolo successivo il tutto venne acquistato da un ordine religioso femminile e sorse anche su via Orfeo, un istituto femminile di Francescane con propria zona ortiva. La riunificazione poi delle due aree portò ad una estesa zona di coltivazione con pozzo e una piccola pescheria, che forniva il pesce per i giorni di magro. Una deviazione del canale di Savena forniva acqua per l'irrigazione. Soppressi gli istituti nel 1810 da Napoleone, il complesso venne acquistato infine nel 1857 dalla famiglia Ranuzzi e divenne la sede del Pio Istituto delle Sordomute Povere di Bologna, opera pia rimasta attiva per circa un secolo.
Questa area verde ha incredibilmente conservato le dimensioni e l'aspetto dell'antico orto monastico, un vero angolo di soave e poetica quiete a Bologna.
dicembre 2024
EDITORIALE
di: Alberto Bortolotti
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