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Agroalimentare

03/01/2013

L’intrigante avventura del pomodoro

Per chi fosse interessato a rivivere la storia di questa Solanacea che, dal XIV secolo in poi, ha rivoluzionato completamente la cucina europea, consiglio di trascorrere qualche ora nella affascinante cornice di Corte Giarola presso Collecchio (PR) visitando il Museo del Pomodoro. Perché un Museo del Pomodoro a Parma? Semplicemente perché in quella zona, accanto ad una intensa produzione agricola del prodotto, si  sviluppò, dagli inizi del novecento, una fiorente produzione industriale conserviera che dette origine ad una cospicua serie di marchi industriali, alcuni ormai scomparsi, altri ancora presenti negli scaffali dei nostri market. E’ un viaggio all’indietro nel tempo tra macchine per l’inscatolamento e barattoli di conserva, con etichette curiose, mentre grandi quadri sinottici ci illustrano il viaggio del pomodoro dall’ America centrale, dove era in uso presso gli Aztechi, e dove fu poi scoperto da Cortez. Ad esempio molti non sanno che in Europa vennero importati due tipi di pomodoro, il tomato e il tomatillo. Il primo come semplice pianta ornamentale ed il secondo come commestibile. In seguito il primo soppiantò completamente il secondo, del quale se ne sono perse completamente le tracce.  Una esposizione veramente curata, anche nella sezione che illustra l’impegno pubblicitario del prodotto e la storia dei pionieri dell’industria conserviera.  Il museo è allestito in quella che una volta era una antica stalla di un imponente complesso agricolo costruito in riva al Taro. Un ambiente accogliente con ampi spazi di verde in una zona protetta, dove anche i bambini possono trovare spazio per giochi all’aperto. Il Museo del Pomodoro - www.museidelcibo.it/pomodoro.asp - aperto sabato, domenica e festivi.

 

 

 

marzo 2025


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