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Giuseppe Sangiorgi

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Redazione

Leggera flessione per le imprese femminili

A fine marzo sono 84.484, pressoché invariate rispetto all’anno precedente (-0,1 per cento). Continua la ricomposizione tra la crescita delle società di capitale (+3,1 per cento, +424 unità) e il calo delle società di persone (-419 unità, -3,1 per cento), mentre tengono le ditte individuali (-0,1). Crescono le imprese dei servizi, in particolare di alloggio e ristorazione e dei servizi alla persona, con l’eccezione del sensibile calo del commercio al dettaglio. Lieve aumento nell’industria, mentre prosegue e si rafforza la contrazione in agricoltura e nelle costruzioni.

 

Al 31 marzo scorso in Emilia-Romagna, le imprese attive femminili erano 84.484, pari al 20,9 per cento del totale delle imprese regionali, con una leggera flessione (-55 unità, pari a un -0,1 per cento) rispetto alla stessa data del 2016. Gli effetti della crisi passata si riflettono di più sulle imprese non femminili, che sono risultate 2.675 in meno (-0,8 per cento).

In generale, le imprese hanno mostrato una tendenza migliore a livello nazionale e proprio quelle femminili (1.152.271) sono cresciute dello 0,3 per cento. Le imprese in rosa sono aumentate nella metà delle regioni italiane. L’incremento è stato più rapido in Basilicata e in Calabria (+1,4 per cento per entrambe). L’Emilia-Romagna è risultata undicesima per crescita,. È questa la sintesi dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

Settori di attività economica. Tendenze ampiamente divergenti a livello settoriale si sono compensate. Crescono le imprese dell’insieme dei servizi (+0,4 per cento, +250 unità), nonostante la rilevante eccezione dell’insieme del commercio (-319 unità, -1,4 per cento), grazie soprattutto all’incremento delle imprese di alloggio e ristorazione (+163 unità, +1,8 per cento). e delle altre attività (+134 unità, +1,4 per cento), trainate dai servizi alla persona. Aumentano lievemente quelle dell’industria (+0,5 per cento). All’opposto si contrappone la crisi dell’agricoltura (-288 unità, -2,2 per cento) e delle costruzioni (-1,7 per cento).

La forma giuridica. L’incremento delle imprese femminili è da attribuire alle società di capitale, aumentate in misura più contenuta rispetto al recente passato (+424 unità, pari al 3,1 per cento), grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che motiva anche la sensibile riduzione delle società di persone (-419 unità, -3,1 per cento).

Le ditte individuali hanno mostrato una maggiore tenuta e hanno subito solo una lieve flessione dello 0,1 per cento (-73 unità), rispetto a dodici mesi prima.

Le cooperative e i consorzi hanno fatto registrare una discreta crescita (+1,0 per cento).