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Francesco Palumbo

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Redazione

Il bollino anti bufala

Un sistema Italiano che potrebbe contrastare le notizie false, allontanando interessi e profitti dall’informazione

Le “fake news” o bufale, per dirla all’italiana, sembrano essere diventate il tema scottante del momento. Il sistema è ben costruito e la ricetta è piuttosto semplice. Basta rubare il nome di qualche noto organo di informazione, cambiando giusto qualche lettera, e dire le più grosse cavolate acchiappa like che vi possano venire in mente. Ed ecco che in qualche ora l’articolo di Panorana, in cui si racconta che il vostro yogurt preferito contiene ingenti quantità di carne canina, viene letto migliaia di volte e condiviso senza sosta. Questo problema non è che la punta dell’ iceberg, la seconda faccia di una medaglia che ancora non abbiamo imparato a gestire: l’informazione online. Se da una parte infatti le notizie possono viaggiare libere e raggiungere gli individui come mai prima d’ora, la totale assenza di controllo ha creato un mezzo in cui il lettore può cadere facilmente preda della disinformazione. Per arginare il problema se ne sono sentite di tutte i colori. Alcuni hanno proposto multe salate per chi pubblica e condivide notizie ritenute false, rischiando di finire nel pericoloso territorio della censura. Altri, come Facebook e Google, stanno redigendo propri regolamenti, attraverso i quali le notizie saranno giudicate attendibili o meno. Ma questi regolamenti, frutto di lotte e anni di lavoro, noi li abbiamo già. Sono le direttive che ogni giornalista è tenuto a seguire, regole ben chiare anche alle testate registrate in tribunale. Siamo sicuri di voler far legiferare in ambito di informazione aziende straniere che naturalmente, sono nate e continuano ad esistere per la ricerca del profitto? A questo scopo invece esiste da più di 50 anni l’Ordine dei Giornalisti, un ente pubblico italiano non economico, dotato di funzioni di vigilanza e di tutela dell’informazione. Per fare un passo nella direzione dell’informazione online, potremmo ispirarci a qualcosa che già è stato fatto in numerosi campi, come quello alimentare. Affidandoci all’Ordine dei Giornalisti, sarebbe possibile rilasciare un certificato di buona qualità, che garantisce al lettore periodici controlli da parte di un ente qualificato che ha la possibilità di multare, radiare e naturalmente ritirare tale certificato. Qualcosa di chiaro ed evidente, come un bollino colorato che si accompagna a un link di riconoscimento. In questo modo potremmo garantire un facile riconoscimento delle bufale, senza però limitare la libertà d’espressione.