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TESTO DI

Matteo Franzoni

Crisi: a Bologna annata agricola in rosso ma è boom di orti urbani

Un personal trainer insegna a curare l'orto in terrazzo

Annata agraria 2014 con il segno meno in provincia di Bologna. Sono soprattutto i prezzi dei principali prodotti agricoli della provincia a far pendere verso il rosso la bilancia delle aziende agricole. Il bilancio è di Coldiretti Bologna che domenica 9 novembre ha celebrato in piazza XX settembre a Castel San Pietro Terme la Giornata provinciale del Ringraziamento che tradizionalmente conclude l’annata agraria e costituisce l’occasione per un primo bilancio nelle campagne.

 

Sui redditi delle imprese – comunica Coldiretti Bologna – pesano il ribasso dei prezzi alla produzione della frutta: le pesche sono state pagate tra i 16 e i 22 centesimi al chilo, le pere, secondo la varietà, dai 20 ai 30 centesimi, le patate, vera gloria delle campagna bolognesi che vantano la denominazione d’origine protetta “Patata Dop di Bologna”, anche meno di 10 centesimi al chilogrammo. Non è andato meglio sul fronte zootecnico con il Parmigiano Reggiano che ha fatto registrare un calo costante dei prezzi alla produzione del prodotto stagionato 12 mesi, passati dai 9 euro/Kg di inizio anno ai 7 euro attuali, assolutamente insufficienti a ripagare i costi. Prezzi non esaltanti neanche per i seminativi, dai cereali alla barbabietole, queste ultime in difficoltà a causa del prezzo mondiale dello zucchero crollato dagli 800 euro dello scorso anno ai 340 attuali. Per le colture estensive, risultati soddisfacenti solo sul fronte del frumento duro e parzialmente per il frumento tenero, con prezzi soddisfacenti.

In generale sull’andamento dei prezzi agricoli – prosegue Coldiretti Bologna – ha pesato, da un lato, l’estate pazza che non ha invogliato a consumare frutta e verdura e, dall’altro, il perdurare della crisi per cui i cittadini dopo aver rinunciato ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost, magari di dubbia origine e qualità, che stanno mettendo i difficoltà i prodotti italiani di qualità.

 

Proprio la crisi economica sta però portando la riscoperta dei prodotti locali e la ricerca della genuinità, testimoniata a Bologna dalla crescita degli orti urbani quasi triplicati in due anni. Secondo elaborazioni di Coldiretti Bologna su dati Istat, i cittadini del capoluogo felsineo coltivano oggi più di 160 mila metri quadrati di orti urbani, che testimoniano il desiderio di garantirsi un cibo sano a chilometri zero e la voglia di trascorrere più tempo a contatto con la natura.