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Marco Sassoli

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Brainworker. Chi è costui?

Tra le nuove figure di questo nostro tempo c’è n’è una che pochi conoscono: il brainworker, o “lavoratore di cervello”. Tipico della nostra era, il termine, pronunciato per la prima volta nel 1988 negli USA, identifica in qualche modo la creatività, l’innovazione, l’astrazione, la capacità di rischio, l’attitudine al ragionamento estetico e intellettuale. Una figura che ha una sua funzione specifica, anche se non apparentemente primaria: quella di istigatore al ragionamento. Il brainworker suggerisce e istiga al ragionamento perché si trova in qualche modo a sottolineare gli aspetti intellettuali e gli effetti dei discorsi che ascolta e che reputa importanti. Brainworker è colui che cerca di avviare un dispositivo di comprensione delle cose e che è in grado di affrontare qualsiasi circostanza, anche quella ritenuta apparentemente negativa, spiegandola con un apparente aspetto di interesse. E’una figura che può esistere in ogni settore e livello culturale: nell’industria, nello studio professionale, in un ospedale, in un circolo culturale, nella scuola, all’interno di un partito o in una comunità. Un brainworker si può trovare ovunque. Se per esempio c’è un professionista, un capoufficio, un ingegnere, un manager, un titolare di impresa che si trova a lavorare con tanti colleghi, può benissimo fregiarsi del titolo di brainworker, nel senso che può rappresentare la figura dell' istigatore, del sottolineatore. Il brainworker non deve avere per forza una specializzazione, un diploma, o una laurea. Un imprenditore non ha dei diplomi da affiggere al muro. E’ un uomo che rischia. Ogni giorno combatte una battaglia, non contro qualcuno, ma per la riuscita del suo lavoro. Un chirurgo lavora e combatte per salvare delle vite. Un professore per istruire dei ragazzi. Un genitore per crescere dei figli nel modo migliore per il loro futuro. Ciascuno può essere brainworker nelle cose che si trova a fare ogni giorno.

 

Sentire questo compito, sentire questo bisogno intellettuale è qualcosa di davvero interessante ed entusiasmante per chi vuole vivere da protagonista la propria vita e non si accontenta di quello che passa il convento. Brainworker è chi non accetta che tutto sia stabilito, deciso a prescindere, programmato da altri in modo statico ed abitudinario. Per il “lavoratore di cervello” l’esercizio al ragionamento è qualcosa di irrinunciabile. È una questione di vita, di stile, di un principio più etico e personale. Un principio che si basa sulla libertà di scelta, su una visione positiva del mondo, sull’azione e dinamismo, piuttosto che sulla staticità.

 

Le virtù del brainworker non sono naturali, ma frutto del suo pensiero, del suo modo di agire, del suo dinamismo, del suo fare, del tempo che dedica al lavoro, al pensiero e agli altri, del rischio che corre nel vivere ogni giorno in modo più completo possibile, cercando di realizzare qualcosa che può restare o qualcosa che sia di qualità. Il brainworker non si limita alle sole faccende quotidiane. Pensa e sviluppa continuamente. Prolifica di pensieri, parole e azioni per dare il suo contributo come protagonista defilato, non per apparenza ma per consistenza. Una consistenza che fa parte del suo vivere quotidiano. Questione di qualità!